
Novembre 2024 – Intervista ad Andrea Bariselli, autore del libro “A Wild Mind”, edito da Rizzoli

Quando mi hanno chiesto di intervistare Andrea Bariselli presentando la sua opera, A Wild Mind, ho pensato solo di non aver mai fatto nulla del genere. Ma il testo parla di cervello e natura, modernità e tradizione, sport e montagna. Parecchio di montagna, quindi non si poteva lasciar perdere.
“…Non so come descrivere questa piccola magia catartica che lo sforzo fisico riesce ogni volta a creare…”
Questa frase, nella lettura di A Wild Mind, mi ha colpito particolarmente, come trovarsi improvvisamente davanti ad uno specchio in cui riconosci te stesso, o in un gruppo di amici con cui scopri di condividere le stesse emozioni.
Infatti, Andrea Bariselli, neuroscienziato, ricercatore, è anche un runner da montagna, a piedi, con le pelli o con i pedali, purché si salga con le proprie forze prima di godersi una discesa.
Leggere questo libro significa trovare numerose spiegazioni, scientifiche e documentate, della nostra particolare soddisfazione ad essere immersi nella natura ed andare per monti in compagnia di amici fidati.
Bariselli ci spiega come il nostro cervello si sia evoluto per vincere le sfide della natura. Il caos cittadino, la frenesia e gli ambienti chiusi sono condizioni recenti a cui non siamo realmente ancora adattati. Perciò stare negli ambienti naturali ci fa stare bene, ci mette realmente a nostro agio.
“…sembra che esista un’innata comprensione estetica della bellezza e ammirare la natura è un’attività che risveglia sentimenti positivi… le neuroscienze in effetti confermano che l’esposizione a paesaggi naturali riduce l’attività in certe aree del cervello associate al pensiero negativo, creando spazio per una riflessione più chiara e profonda… i livelli di cortisolo diminuiscono favorendo calma e rilassamento… il 3day-effect… è un rituale di riallineamento e rigenerazione, vitale per il mantenimento di un equilibrio psicologico e fisico…”
C’è una ragione scientifica, quindi, anche per l’entusiasmo con cui, nei raccorti di “Sentieri aperti” troviamo tanto entusiasmo nel descrivere la bellezza degli ambienti. E quanto è centrato il titolo affidato alla nuova rubrica: “la montagna che ispira”!
Potremmo dire che c’è una ragione oggettiva e dimostrabile per cui Domenico generi poesie “ispirate”, Carletto rievochi passati lontani e tutti, nei vari gruppi ed iniziative, si abbandonino a dialoghi infiniti al ritmo regolare del passo.
“… Un bambino che cresce e vive lontano dall’ambiente naturale è come se non disponesse degli strumenti necessari per poterlo vivere serenamente o addirittura per comprenderlo. Figuriamoci per poterlo amare…”
Questa frase mi ha fatto molto riflettere: quanto sono preziose le iniziative dell’alpinismo giovanile tra le attività del CAI Rovato!
Qui ho trovato anche la soluzione ad un quesito al quale nemmeno l’autore ha saputo rispondere nell’immediato. Mi riferisco al fatto che siamo soliti parlare di natura ed ambiente solo alle persone già sensibili a questi temi; ma come possiamo sensibilizzare chi non ha questo trasporto, o questa passione, e quindi non si avvicina alle nostre iniziative? Ecco la risposta: ci dobbiamo rivolgere ai giovanissimi, non ancora coinvolti in altre appartenenze e pronti a cogliere il richiamo innato dell’ambiente naturale.
“…Dobbiamo lottare contro il rumore costante e ricercare attivamente momenti di pace, non solo per il nostro benessere immediato, ma anche per la salute a lungo termine del nostro cervello. La sfida che affrontiamo è di riequilibrare la nostra dieta sonora quotidiana, valorizzando e proteggendo il silenzio come una necessità, non un lusso…”
Scusando e considerando socialmente prezioso il sommesso dialogare di una comitiva sui monti, ognuno di noi credo abbia apprezzato il detto che talvolta si riporta nei rifugi alpini: “la montagna è una maestra muta per discepoli silenziosi”.
Insomma, si fa per dire “muta”: c’è il canto dell’acqua che scorre, il sibilo avvolgente del vento, il richiamo di uccelli e ungulati, il fruscio delle nostre ciaspole o delle pelli, il nostro stesso respiro. Un’armonia che il nostro cervello riconosce ad apprezza per innata vocazione.
Un ultimo riferimento ad un libro da leggere per tutti.
L’autore parla di “abbraccio della complessità”, un termine di cui gli abbiamo chiesto spiegazione.
Bariselli risponde con un’immagine (questa qui sotto).
Dice che basta arrivare ai Colmi di Sulzano ed affacciarsi a nord.
Buon percorso!
Pierluigi Donna
Il libro di Andrea Bariselli è disponibile nelle librerie, fisiche e online, o su amazon cliccando l’immagine qui sotto



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